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Che fine ha fatto Sodoma?

15-07-2010 - Cronaca

La tradizione classica figlia della lettura, anche con spirito laico, della Bibbia ci ha tramandato il mito di Gomorra, sempre associato al nome di un´altra città: Sodoma.

La medesima tradizione , molto seguita nei secoli, da predicatori, scrittori, poeti ed artisti vari, ricordava il racconto biblico con due nomi, considerati tuttavia un unico fonema unito dalla congiunzione : Sodoma e Gomorra. La città di Sodoma ha sempre preceduto, in tutti coloro che hanno ripreso il mito ebraico narrato nella Genesi, quella di Gomorra. All´origine, ovvero nel racconto biblico, erano cinque le città distrutte da Dio per evidente empietà degli abitanti Sodoma Gomorra, Adamar, Zoar e Zeboim, la semplificazione tipica delle tradizioni letterarie antiche ridusse l´importanza del racconto alle prime due.

Sodoma, precedeva Gomorra, non per la diversità dell´empietà, che risultava la medesima ovvero una pratica sessuale contronatura che è passata alla storia proprio ricalcando il nome della città, la sodomia, ma perché in questa città aveva trovato dimora Lot, nipote del capostipite ebraico Abramo perché figlio di suo fratello Aran, che era considerato persona "giusta" e Dio per avvertirlo dell´imminente punizione della città mandò degli angeli ad avvertirlo. Gli angeli, sotto spoglie umane di sesso maschile, andarono a casa di Lot prima di sera e furono visti entrare in casa dagli abitanti di Sodoma che circondarono la casa reclamando di poter abusare sessualmente degli angeli che loro credevano uomini. Neppure l´offerta del nipote di Abramo di prendersi le proprie figlie vergini, dissuase i sodomiti dal loro intento, e dopo aver forzato la porta della casa di Lot, gli angeli si salvarono dalla sodomia solo grazie ad un prodigio che acceccò i sodomiti riuscendo a far allontanare gli angeli.

Nei tempi moderni grazie ad una riuscita opera letteraria dello scrittore Roberto Saviano Gomorra è tornata alla ribaltà delle cronache non più per i vari spunti che possano trarsi dal racconto biblico, ma per l´evidente assonanza tra la città distrutta da Dio e la camorra, forma di mafia delle nostre parti, e per la recondita speranza che Dio la distrugga magari con qualche cataclisma.

Gomorra oggi è di massima attualità soprattutto se si considerano le vicende di questi giorni relativi a legami con la camorra, nella declinazione, particolarmente rozza anche dal punto di visto linguistico, dei casalesi.
Leggendo le cronache di questi giorni che hanno portato agli arresti di decine di persone tra le quali un ex consigliere regionale del partito di Mastella, Nicola Ferraro, e quelle precedenti legate all´arresto, non eseguito perché non autorizzato dalla Camera dei deputati con voto trasversale di quasi tutti i partiti, di Nicola Cosentino poi dimessosi , ma solo perché accusato anche di essere parte integrante di una nuova organizzazione segreta di vaga ispirazione massonica, sembra che la nostra terra sia diventata una grande Gomorra. Una città di circa un milione di abitanti che sappia esprimere solo empietà e tale da meritarsi una grande punizione divina che serva da monito e da riscatto, non per i suoi abitanti che andrebbero distrutto con la città, ma per le popolazioni vicine. Eppure dal centro di Gomorra, quella Casal di Principe che nel ventennio fascista venne chiamata Albanova, sono venuti in questi ultimi anni di cosidetta Seconda Repubblica le classi dirigenti dei partiti sia di destra che di sinistra. Classi dirigenti, facilmente riconoscibili dall´accento, fatte accomodare in parlamento con velocità perché inserite nei listini di partito in posizione comode.
Oggi tutto questo cede il passo di fronte alle azioni giudiziarie che lungi dal raccontare episodi nuovi sono la sintesi di anni di indagini laboriose fatte di intercettazioni telefoniche, ambientali e racconti di pentiti e ci consegnano dalle pagine di giornale , anche questi vituperati perché locali e scandalistici, ma venduti in queste occasioni in grande tiratura le foto scattate prima dell´ingresso in carcere degli uomini di Gomorra.

Senza trascurare la curiosa coincidenza dell´arresto in questi giorni per reati di opinione e per un cumulo di pene di un giornalista che per anni è stato il direttore del principale quotidiano locale che per primo ha lanciato lo stile della prima pagina per metà strillata da titoli come "in gattabuia Tizio" o "al fresco Sempronio" e per l´altra metà composta dalle foto dei vari arrestati così come scattate dall´Autorità Giudiziaria al momento dell´arresto per le foto di rito, fotografie sempre autentiche ed evidentemente consegnate da coloro che l´hanno scattate. Per il giornalista pochi articoli di solidarietà e fortunatamente la foto non era quella segnaletica.

Teniamo a precisare , a scanso di qualsiasi equivoco, che la magistratura campana inquirente della direzione distrettuale antimafia è quanto mai apprezzabile per impegno e serietà e che anche l´informazione, pur se locale, riporta puntualmente notizie realmente verificate.

Teniamo anche a precisare, sempre a scanso di equivoci, che la lotta al crimine organizzato è oltremodo necessaria per tentare di riscattare la nostra terra, salvandola dal degrado e dall´abbandono, tuttavia, per una sola volta, vogliamo essere fuori dal coro soprattutto perché ci rimbomba nelle orecchie il vecchio mito biblico nella versione semplificata della tradizione secolare non religiosa.

Ci accade, in altre parole, ogni qual volta sentiamo ripetere il nome della citta di Gomorra, forse anche per un motivo ancestrale legato alla forza del mito, di accoppiare quello dell´altra più importante città : Sodoma.
Allora ci chiediamo, viste le sorti attuali di Gomorra, e che fine ha fatto Sodoma?

Ci sembra che dalle cronache delle vicende giudiziarie manchi qualcosa, di più importante. Proprio la Gomorra, raccontata mirabilmente da Saviano, narrava le vicende di una terra inquinata da rifiuti tussici e nocivi sotterrati in ogni dove e provenienti dal settentrione. Sempre dalla Gomorra letteraria si raccontava dei grandi affari fatti nel settore della contraffazione di marchi di griffe nazionali che venivano cuciti , con ovvi metodi di sfruttamento, dalle nostre parti. Appariva chiaro anche al grande autore di Gomorra che dietro ai fatti raccontati, agli assassini, alle estorsioni si muoveva un grande fiume di danaro capace da solo di reggere l´intera economia nazionale e che certamente non può essere occultato in nessun paradiso , fiscale o naturale, per evidenti ragioni di utilità. Disporre di enormi somme significa avere potere ed il potere non si nasconde, ma si ostenta.

Allora ci chiediamo , questa parte della vicenda criminale senza dubbio più importante, quella del danaro, dell´utilizzo economico per il potere o al sevizio del potere, che fine ha fatto?

Sappiamo molto, forse troppo , di Gomorra, ma di Sodoma ancora nessuna notizia certa.


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