La Pandemia e le differenze tra nord e sud. La possibilità di riscatto del mezzogiorno

05-04-2020 17:12 -

Mentre ci prepariamo a passare la Pasqua e soprattutto la pasquetta a casa tanti sono i pensieri che affollano la mente. Pochi quelli propositivi, manca la concentrazione. Il virus ci ha costretti troppo tempo a casa e quando si mette mano alla scrittura serve del tempo prima di riuscire a fermare il pensiero. Un virus nuovo che sembra essersi accanito in particolare contro il Nord Italia, la Lombardia in particolare. Non è servita la organizzata sanità lombarda a frenare la diffusione del morbo oppure ad arginare i tanti decessi, anzi si ha la percezione che molti altri ancora siano i morti non conteggiati nel bollettino al quale ormai siamo abituati ogni giorno. Eppure la sanità lombarda, ci dicono i governanti e gli osservatori della stampa nazionale, è quella meglio attrezzata, sicuramente quella per cui lo stato italiano spende di più. Per effetto anche della cd. mobilità interna (le persone che decidono di curarsi in Lombardia) , infatti, i fondi che arrivano alla sanità regionale lombarda sono più del doppio rispetto a quelli della Campania. Addirittura diversi politici ed altri commentatori hanno messo in dubbio i dati della Campania ( Salvini ad esempio ha affermato “non credo che siano reali i dati della Campania”) , sulle cause del divario qualcuno ha anche affermato che il nord operoso potrebbe aver favorito il contagio per lo spirito di servizio specifico, mentre al sud si batte la fiacca (con la fiacca si batte anche il virus secondo questo ragionamento). Falsità.
In realtà molti focolai sono stati causati, al nord, da gravi errori nella gestione dei casi negli ospedali. Quelli vicini ai primi focolai. Diversi sono stati i medici e sanitari che hanno pagato con la vita le scarse competenze specifiche. Invece poi si scopre che l’Ospedale Cotugno di Napoli, anche prima dell’emergenza COVID19 una eccellenza in materia di malattie infettive, nonostante l’accentramento di tutti i malati COVID soprattutto per la prima fase , non ha avuto contagi tra il personale sanitario e parasanitario. Zero contagi! Il protocollo usato al Cotugno diventa oggetto di studio in tutto il mondo. Che fosse un’eccellenza si era capito già nei primi giorni del divampare della malattia quando medici brillanti di quel nosocomio avevano iniziato a sperimentare nuovi farmaci con risultati ottimi. Ai baroni cattedratici del Nord non sembrava vero ed è sorta una brutta e speciosa polemica con il tentativo di denigrare i risultati ottenuti a Napoli attribuendosi meriti inesistenti. A distanza di un mese nessuno si aspettava che qui in terronia il morbo non attecchisse, in molti avevano profetizzato una tragedia di proporzioni bibliche. Profezia basata sull’assioma che se negli ospedali della opulenta e ricca Lombardia si muore figuriamoci cosa accadrà all’ombra del Vesuvio dove gli investimenti sanitari sono nulli. Fortunatamente questi cattedratici tromboni che pure passavano giornate intere nelle varie trasmissioni televisive piuttosto che nei policlinici di riferimento non hanno azzeccato una sola previsione.
I dati ad oggi affermano che sia la contagiosità sia la mortalità del COVID19 in Campania sono immensamente inferiori rispetto all’Italia settentrionale. Dati che per una volta disegnano un’Italia al contrario. I comportamenti contenitivi hanno funzionato così come hanno funzionato i pochi mezzi a disposizioni usati da medici competenti delle nostre parti. La Campania ha dimostrato di essere all’altezza della situazione. Anche il Presidente della Regione è riuscito a farsi ascoltare dai suoi amministrati ed oggi può anche alzare la voce a livello nazionale.
Certo la pandemia ha cambiato ciascuno di noi nel profondo, ma una cosa appare evidente e chiara, mai più andare al Nord a curarsi. Dobbiamo stringerci intorno alle nostre risorse e potenziarle pretendo le stesse risorse che si spendono in Lombardia. Dalla sanità il cerchio deve allargarsi anche agli altri settori. Il mezzogiorno e la Campania deve pretendere strutture ed infrastrutture come in Lombardia. Ultimo dato è quello della criminalità organizzata. In questa pandemia è stata tirata in ballo diverse volte. Si diceva che al sud potesse soffiare sul fuoco della protesta. Non era vero. Il mezzogiorno è affamato da anni e le proteste sono spontanee. Dopo anni di lotta al crimine nella consapevolezza che tanti passi avanti sono stati compiuti è sembrato un richiamo alla mafia ed alla camorra come un alibi. Non dobbiamo più cascarci. Il mezzogiorno dalla lezione della pandemia può uscire rafforzato e deve agire , in futuro, per un riscatto.

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