Si apre il conclave. Ci sarà un papa italiano?

07-05-2025 21:35 -

Si è aperto il conclave. Il sistema della Chiesa cattolica per scegliere il papa. Il prossimo sarà il 267° secondo la cronotassi ufficiale che parte da Pietro, il prescelto da Gesù di Nazareth. Nell'elenco sono esclusi gli antipapi, ovvero i pontefici, eletti e non riconosciuti come capo della Chiesa, circa una quarantina di persone nel periodo più turbolento della Chiesa, il medioevo. La procedura antichissima, regolata nella forma nel 1274, rappresenta una forma democratica per scegliere il capo del cattolicesimo che sino all’unità d’Italia regnava anche su un territorio, non trascurabile, posto giusto al centro della penisola, dal Tirreno all’Adriatico. Oggi la Chiesa ha solo il potere religioso, che non è secondario nei paesi a maggioranza cattolica, e l'autorità del papa riguarda 1 miliardo e 400 milioni di battezzati. I cardinali che eleggono il successore di Francesco sono 133, provengono da tutto il mondo e per la prima volta sono in numero così elevato. Il più giovane degli elettori ha 45 anni, l’ucraino Mykola Byčok, vescovo dell’eparchia greco-cattolica di Melbourne; il più anziano è Carlos Osoro Sierra, arcivescovo emerito di Madrid, 79 anni, compirà 80 anni tra qualche settimana, è potuto entrare in conclave per una questione di giorni, sono esclusi i cardinali che abbiano compiuto più di 80 anni. È presente pure il cardinale bosniaco Vinko Puljic, arcivescovo emerito di Sarajevo, finora in dubbio per motivi di salute: entra nella cappella con l’ausilio di un bastone e l’aiuto di un prelato. Dopo la messa di rito, la breve processione dalla cappella Paolina alla celeberrima Sistina alle ore 17.46, il vescovo Diego Ravelli, cerimoniere liturgico, ha imposto l’extra omnes, che segna la chiusura del portone della cappella. Solo poco dopo le 21 è arrivata la prima fumata, nera a segnare un nulla di fatto nel primo scrutinio. Nelle prossime giornate seguiranno altre votazioni sino a quando non arriverà la fumata bianca che annuncia l'elezione del nuovo pontefice. Chiusi nella Sistina, cardinali provenienti da 70 paesi, molti non si conoscevano prima e per stabilire un minimo di rapporti personali sono state celebrate delle congregazioni di cardinali, a margine delle cerimonie funebri, durate per nove giorni, in suffragio del papa defunto. All’inizio si era stabilito che la lingua che si sarebbe usata nel conclave sarebbe stato il latino, lingua ufficiale della Chiesa, e che il clero studia con rigore nei seminari. All’ultimo il cerimoniere ha stabilito che, invece, si userà l’italiano con la possibilità, per i pochi cardinali che non conoscono la lingua, di chiedere una traduzione ai colleghi. Segno dei tempi, significa che la maggioranza dei cardinali conosce di più l’italiano che il latino. Dopo tre pontefici stranieri, in molti auspicano un papa italiano. I nomi più accreditati riguardano i cardinali Pietro Parolin, Matteo Zuppi e Pierbattista Pizzaballa. Con Parolin, segretario di Stato uscente, favorito. La Chiesa italiana è apprezzata da tutti per doti di mediazione, oltre che per la forza della tradizione. Sono stati italiani, nella storia della Chisa, l'assoluta totalità dei pontefici.

Senza alcuna presunzione, pensiamo che sia proprio Zuppi ad avere maggiore possibilità di essere eletto. A capo della conferenza episcopale italiana, quindi in contatto con la società italiana per via del radicamento delle diocesi, rappresenta meglio degli altri l’essenza della Chiesa italiana. In conclave votano 19 cardinali italiani, di gran lunga il numero più numeroso rispetto alle altre nazionalità. Zuppi dallo scranno della CEI conosce di persona ciascuno degli italiani e buona parte dei cardinali europei. Mancano alcuni arcivescovi italiani che siedono sulla cattedra di diocesi storiche, tra queste l’arcivescovo di Milano, che contrariamente al passato non sono stati creati cardinali da Papa Francesco, il motivo risiederebbe nella volontà di globalizzare, dando spazio anche a diocesi periferiche, il collegio cardinalizio.

Zuppi oltre a presiedere la CEI è anche arcivescovo di Bologna, la seconda diocesi, dopo Roma, di quello che era, sino al 1860, lo Stato pontificio. Dalla cattedra di Bologna proveniva anche Benedetto XV, al secolo Giacomo Della Chiesa, fu eletto papa appena 4 mesi dopo la creazione cardinalizia, ma soprattutto fu eletto alla vigilia della prima guerra mondiale contro la quale spese ogni risorsa utile per evitare che scoppiasse e che una volta deflagrata cessasse. Fatto non scontato per la Chiesa. Il mondo di oggi è molto simile a quello del 1914, il mondo è in fiamme in diverse regioni con conflitti aspri e pericolosi, non si riesce a venire a capo delle guerre in corso, lo stesso Papa Francesco ha parlato di una guerra mondiale " a spezzoni".




Fonte: fonte della fotografia Vatican news (vaticannews.va)