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In morte di mio padre.

05-04-2021 14:20 - Cronaca
E' morto mio padre. Aveva 80 anni e non aveva mai conosciuto un ospedale sino ad un ricovero urgente avvenuto nel mese di febbraio. Sembrava aver superato la fase emergenziale e si trovava in riabilitazione. Poi è sopraggiunto il Covid, ma questa è un'altra vicenda da accertare nelle sedi competenti. La storia di Luigi Piccolo è stata, invece, la storia di un uomo impegnato nella sua vita su tre fronti. Nella professione di dirigente amministrativo, cancelliere come tutti lo chiamavano, aveva lavorato con passione dalla parte dello Stato negli uffici giudiziari prossimi alla sua amata cittadina di Sparanise. Prima alla Pretura di Pignataro Maggiore dove aveva preso il posto del cancelliere Giovanni Lagnese, padre dell'attuale vescovo di Caserta. Poi, quando la Pretura di Pignataro fu soppressa, con la riforma del giudice unico, fu trasferito al Tribunale di Santa Maria Capua Vetere. Prima di quella data si era battuto proprio perché la storica Pretura di Pignataro Maggiore non fosse cancellata, cosa che pure era stata prevista diverse altre volte prima della soppressione. Al posto di dirigente di Santa Maria Capua Vetere, dove pure aveva ricoperto ruoli apicali, preferì la nascente sezione distaccata di Carinola, per scelta ed anche per evitare qualche interessata chiacchiera di troppo, legata al fatto che il suo giovane figlio (chi scrive) ormai aveva intrapreso la carriera forense. La sede dello studio legale, Sparanise, ricadeva sotto la competenza del Tribunale di Santa Maria e non di Carinola. Rimase a dirigere la sezione distaccata di Carinola fino a pochi anni prima della definitiva soppressione anche di quella istituzione. Nella professione di cancelliere metteva tutta la passione possibile, organizzando servizi di cancelleria efficienti ed approfondendo sempre ogni aspetto giuridico delle varie possibili evenienze. Era andato in pensione dopo 42 anni di servizio a 67 anni di età. Fu uno dei pochi che, arrivato a 65 anni, chiese ed ottenne, di restare in servizio oltre il consentito per ulteriori due anni. Rimasto vedevo prematuramente preferiva andare in ufficio piuttosto che restare a casa. L'amore per Sparanise che lo tratteneva professionalmente a Pignataro Maggiore lo aveva visto protagonista della politica locale. Militò, per tutta la vita, in un unico partito : la Democrazia Cristiana. E' rimasto democristiano sino alla morte perché, ripeteva spesso, democristiani non significa essere militanti di un partito, ma un modo di intendere la vita. Moderazione nell'affrontare i problemi politici, importanza della dottrina sociale della chiesa, amministrare la cosa pubblica con senso di responsabilità. Nel comprensorio era pacificamente riconosciuto, tra la fine degli anni 80 e l'inizio dei 90, come il leader della locale democrazia cristiana e per questo, quando la DC di Sparanise vinse con clamoroso successo le elezioni, fu eletto sindaco. Era l'anno 1993. Infuriava il giustizialismo di tangentopoli e non erano più tempi per gli ideali e per la politica fatta con solo spirito di servizio. Da sindaco in carica si dimise ed abbandonò la politica attiva, deluso dalla piega del giustizialismo e dallo sgretolarsi di un sistema politico in cui aveva creduto da ragazzino. Allo stesso tempo fu padre attento e si prese cura, amorevolmente, della moglie che purtroppo si era ammalata gravemente. Una lunga malattia oncologica che debilitò mio padre nella psiche. Stimò tante persone che aveva incontrato nel suo cammino e ci teneva a mantenerne l'amicizia. Perdonò anche quei pochi nemici che pure, inevitabilmente, aveva incrociato. Il Signore lo accoglierà tra le sue braccia.

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