Sturzo e De Gasperi, scontri e battaglie di due protagonisti del movimento cattolico
14-05-2025 12:27 - Libri
L’esordio dei cattolici in politica dopo l’abolizione del non expedit vede don Luigi Sturzo destinato a guidare il movimento dei cattolici, strutturato in un partito chiamato popolare perché non deve essere visto come un partito confessionale.
Poi la storia prende una piega diversa. Il sacerdote siciliano subisce un lungo esilio per volontà di Mussolini, ma per ordine del cardinale Gasparri, segretario di stato vaticano, che tratta la firma dei patti lateranensi, risolutivi della “Questione romana”.
Il vuoto è colmato da De Gasperi che ha la meglio rispetto ad altri perché dotato di maggiori capacità di mediazione, istinto politico, tattica e visione strategica. Porta in dote una preparazione universitaria multiculturale, gli studi a Vienna e una legislatura nel parlamento austriaco per essere il Trentino, dove è nato, parte dell’impero austroungarico sino alla fine della prima guerra mondiale.
De Gasperi è stato già uno dei massimi esponenti del Partito popolare prima del fascismo. Don Luigi Sturzo è più grande di De Gasperi di dieni anni, ma sopravvive al politico di Trento per ulteriori cinque anni, eppure è figlio di un tempo diverso. Quando torna in Italia dopo l’esilio non è più in grado di fare politica attiva, assume il ruolo di un intellettuale cattolico, spesso critico rispetto alle scelte della Democrazia Cristiana.
Diversi sono i momenti di frizioni e di contrasto tra i due che sfociano in una forte contrapposizione quando Einaudi, in occasione degli 80 anni del sacerdote, decide di nominarlo Senatore a vita, ma De Gasperi è contrario e lo dice in pubblico, arriva a indicare la laicità dello Stato come avrebbe fatto un liberale cavouriano del secolo precedente per impedirne la convalida, ma il Presidente della Repubblica, che è liberale più di De Gasperi, è di parere diverso.
Colpito dall’ostracismo Sturzo accentua la critica a De Gasperi ed è vivo e vegeto quando lo statista trentino è sconfitto nel 1953. Appena il parlamento lo sfiducia, Sturzo non perde l’occasione per scrivere della necessità di un “gabinetto d’affari”.
Dopo essere stato sfiduciato De Gasperi ripiega sulla segreteria del partito che riconquista per pochi mesi per gentile concessione di Amintore Fanfani che ha ormai il partito in mano e torna segretario dopo aver fallito nel tentativo di formare un governo.
De Gasperi muore, prima del tempo, sconfitto, malinconico e sofferente, per una patologia cardiaca che gli porta cronica stanchezza, nella sua modesta dimora in Valsugana.
Una folla immensa, mai vista prima e dopo, acclama De Gasperi come padre della Patria e lo consegna di diritto nella storia d’Italia e del movimento politico dei cattolici italiani ed europei. Sempre in agosto, l’8 per la precisione, ma del 1959, ad 87 anni si spegne anche Sturzo, anche per lui funerali solenni, ma senza la partecipazione emotiva che ebbero i funerali di De Gasperi.
Morto a Roma e seppellito al cimitero del Verano la salma è stata poi traslata nell’amata cittadina di Caltagirone nella chiesa del Santissimo Salvatore, da lui preferita, mentre De Gasperi riposa a Roma nel portico della chiesa di San Lorenzo fuori le mura.
Per entrambi la Chiesa cattolica ha in corso il processo di beatificazione e questa volta senza nessuna contrapposizione, in fondo entrambi sono stati sempre convinti che l’esistenza terrena sia solo un passaggio per quella eterna, sono morti come avevano desiderato nel conforto di amici e parenti e soprattutto tra le preghiere. Forti di una fede solida e convinti di essere vissuti da buoni cattolici e di aver combattuto la buona battaglia.
Poi la storia prende una piega diversa. Il sacerdote siciliano subisce un lungo esilio per volontà di Mussolini, ma per ordine del cardinale Gasparri, segretario di stato vaticano, che tratta la firma dei patti lateranensi, risolutivi della “Questione romana”.
Il vuoto è colmato da De Gasperi che ha la meglio rispetto ad altri perché dotato di maggiori capacità di mediazione, istinto politico, tattica e visione strategica. Porta in dote una preparazione universitaria multiculturale, gli studi a Vienna e una legislatura nel parlamento austriaco per essere il Trentino, dove è nato, parte dell’impero austroungarico sino alla fine della prima guerra mondiale.
De Gasperi è stato già uno dei massimi esponenti del Partito popolare prima del fascismo. Don Luigi Sturzo è più grande di De Gasperi di dieni anni, ma sopravvive al politico di Trento per ulteriori cinque anni, eppure è figlio di un tempo diverso. Quando torna in Italia dopo l’esilio non è più in grado di fare politica attiva, assume il ruolo di un intellettuale cattolico, spesso critico rispetto alle scelte della Democrazia Cristiana.
Diversi sono i momenti di frizioni e di contrasto tra i due che sfociano in una forte contrapposizione quando Einaudi, in occasione degli 80 anni del sacerdote, decide di nominarlo Senatore a vita, ma De Gasperi è contrario e lo dice in pubblico, arriva a indicare la laicità dello Stato come avrebbe fatto un liberale cavouriano del secolo precedente per impedirne la convalida, ma il Presidente della Repubblica, che è liberale più di De Gasperi, è di parere diverso.
Colpito dall’ostracismo Sturzo accentua la critica a De Gasperi ed è vivo e vegeto quando lo statista trentino è sconfitto nel 1953. Appena il parlamento lo sfiducia, Sturzo non perde l’occasione per scrivere della necessità di un “gabinetto d’affari”.
Dopo essere stato sfiduciato De Gasperi ripiega sulla segreteria del partito che riconquista per pochi mesi per gentile concessione di Amintore Fanfani che ha ormai il partito in mano e torna segretario dopo aver fallito nel tentativo di formare un governo.
De Gasperi muore, prima del tempo, sconfitto, malinconico e sofferente, per una patologia cardiaca che gli porta cronica stanchezza, nella sua modesta dimora in Valsugana.
Una folla immensa, mai vista prima e dopo, acclama De Gasperi come padre della Patria e lo consegna di diritto nella storia d’Italia e del movimento politico dei cattolici italiani ed europei. Sempre in agosto, l’8 per la precisione, ma del 1959, ad 87 anni si spegne anche Sturzo, anche per lui funerali solenni, ma senza la partecipazione emotiva che ebbero i funerali di De Gasperi.
Morto a Roma e seppellito al cimitero del Verano la salma è stata poi traslata nell’amata cittadina di Caltagirone nella chiesa del Santissimo Salvatore, da lui preferita, mentre De Gasperi riposa a Roma nel portico della chiesa di San Lorenzo fuori le mura.
Per entrambi la Chiesa cattolica ha in corso il processo di beatificazione e questa volta senza nessuna contrapposizione, in fondo entrambi sono stati sempre convinti che l’esistenza terrena sia solo un passaggio per quella eterna, sono morti come avevano desiderato nel conforto di amici e parenti e soprattutto tra le preghiere. Forti di una fede solida e convinti di essere vissuti da buoni cattolici e di aver combattuto la buona battaglia.
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