Il mistero della lapide, atto finale. Arriva lo "sgorbio", ma resta il mistero sull'autore della lapide e sui costi.
06-07-2025 13:28 - Cronaca
“Oggi torno a parlare a voi, popolo di Sparanise. A chi crede nella forza del bene comune, della giustizia, del rispetto. A chi non ha bisogno di slogan né di selfie per dimostrare il proprio amore per questo paese”, questo l’incipit dell’ultimo post della pagina facebook di Fabrizio De Paquale sindaco.
Agli svogliati utenti del social network al quale è apparso il post, tormentati dal terribile caldo, che magari stavano sorseggiando una bibita, evitando di stordirsi con bevande alcoliche, hanno pensato a qualcosa di serio anche perché lo scritto poi proseguiva con frasi testuali “Io non mi piegherò. Non a chi vive di polemica, non a chi costruisce consenso su Facebook mentre noi lo costruiamo nelle strade”.
Consenso su facebook? Esattamente li, sul noto social network di Zuckeberg, De Pasquale ha deciso di costruire il consenso aprendo una pagina facebook, non un successo a giudicare dai follower, ma è da li che ha postato l’annuncio al “popolo di Sparanise”, scritto con la lettera minuscola. Quindi è lui che cerca consenso sul social network o forse la scritta va interpretata che, nonostante gli sforzi per aumentare il consenso su facebook, non riesce a sfondare e preferisce costruire consenso nelle strade. Ci riuscirà sui marciapiedi, sulle vie? Questo non è scritto nell’annuncio al popolo.
A parte queste minuzie, il ritorno “a parlare” non annuncia alcun’impresa, ma anzi sottolinea una vicenda che da mesi è diventata una barzelletta. Prima di entrare nel merito chiariamo un aspetto. Qui non ci siamo mai messi sugli “attenti” per una questione ideologica. Non abbiamo, per scelta, fatto il militare in epoca di leva obbligatoria e pensiamo che un ufficiale dell’esercito ancora in servizio sia la persona meno adatta a ricoprire il ruolo di sindaco. Lo pensiamo, lo scriviamo ed è una nostra opinione che nulla a che vedere nel concreto con la persona di De Pasquale, è un concetto generale.
A parte queste minuzie, il ritorno “a parlare” non annuncia alcun’impresa, ma anzi sottolinea una vicenda che da mesi è diventata una barzelletta. Prima di entrare nel merito chiariamo un aspetto. Qui non ci siamo mai messi sugli “attenti” per una questione ideologica. Non abbiamo, per scelta, fatto il militare in epoca di leva obbligatoria e pensiamo che un ufficiale dell’esercito ancora in servizio sia la persona meno adatta a ricoprire il ruolo di sindaco. Lo pensiamo, lo scriviamo ed è una nostra opinione che nulla a che vedere nel concreto con la persona di De Pasquale, è un concetto generale.
Quando abbiamo iniziato a fare politica e a ricoprire cariche elettive esisteva il divieto di candidatura per i militari in servizio. Il divieto per i militari in servizio attivo è stato abolito con il Decreto Legislativo 15 marzo 2010, n. 66, che ha modificato il Testo Unico delle disposizioni regolamentari in materia di ordinamento militare. Senza trascurare l’attualità di guerre in corso in Europa e nel Vicino Oriente e della necessità per il paese di avere tutti gli effettivi militari nei ranghi. Sotto questo profilo andrebbe, a nostro avviso, rivista la questione del divieto perché nel 2010 la situazione internazionale era completamente diversa rispetto a quella odierna.
Dunque, se siamo “attenti” lo siamo contro ogni militarismo politico e crediamo che il Municipio e più in generale il paese non sia riducibile ad una caserma. Chi la pensa diversamente, chi segnala delle anomalie non è “il nemico” da combattere, ma un cittadino che vuol bene al proprio paese, senza ricoprire cariche elettive e senza incassare indennità, almeno nel nostro caso.
Così, essendoci occupati del mistero della lapide, perché il post di De Pasquale di questo parlava ci siamo recati sul posto. La lapide, non sappiamo se la stessa “completata” o una diversa, è ricomparsa come annunciato “a testa alta e con il cuore saldo” da De Pasquale.
Meno male che, anche per effetto delle nostre precedenti critiche, non si è proceduto a nuove cerimonie, banda di musica dell’esercito, parroco et similia, anche perché il caldo afoso, questa volta, avrebbe azzerato il già poco pubblico presente ad aprile.
Le soprese non sono mancate, recatici sul posto (la fotografia è stata scattata da noi il 6 luglio) abbiamo trovato una lapide in apparenza simile a quella rimossa ma con l’apposizione di un logo che si fa fatica a definire come lo stemma di Sparanise. Forse l’intenzione era quella di riprodurre lo stemma, ma il risultato è riuscito malissimo, basta guardare per capire la pessima fattura dell’opera con delle incisioni di correzione sulla parola "civitas” e la brutta esecuzione delle bisce e del calice, al centro dello stemma di Sparanise.
Dunque, se siamo “attenti” lo siamo contro ogni militarismo politico e crediamo che il Municipio e più in generale il paese non sia riducibile ad una caserma. Chi la pensa diversamente, chi segnala delle anomalie non è “il nemico” da combattere, ma un cittadino che vuol bene al proprio paese, senza ricoprire cariche elettive e senza incassare indennità, almeno nel nostro caso.
Così, essendoci occupati del mistero della lapide, perché il post di De Pasquale di questo parlava ci siamo recati sul posto. La lapide, non sappiamo se la stessa “completata” o una diversa, è ricomparsa come annunciato “a testa alta e con il cuore saldo” da De Pasquale.
Meno male che, anche per effetto delle nostre precedenti critiche, non si è proceduto a nuove cerimonie, banda di musica dell’esercito, parroco et similia, anche perché il caldo afoso, questa volta, avrebbe azzerato il già poco pubblico presente ad aprile.
Le soprese non sono mancate, recatici sul posto (la fotografia è stata scattata da noi il 6 luglio) abbiamo trovato una lapide in apparenza simile a quella rimossa ma con l’apposizione di un logo che si fa fatica a definire come lo stemma di Sparanise. Forse l’intenzione era quella di riprodurre lo stemma, ma il risultato è riuscito malissimo, basta guardare per capire la pessima fattura dell’opera con delle incisioni di correzione sulla parola "civitas” e la brutta esecuzione delle bisce e del calice, al centro dello stemma di Sparanise.
L’ornamento posto sotto lo scudo sannitico che nello stemma originale rappresenta una pergamena, nell’esecuzione apposta sulla “nuova” lapide è completamente stravolta. Nello stemma originale, come abbiamo detto, il calice sormontato dalle tre stelle e le due bisce sono posti all'interno di uno scudo sannitico. Cos'è lo scudo sannitico? E' uno scudo con le punta arrotondate, detto anche scudo alla francese con la punta sottostante che è prescritto per gli stemmi araldici dei comuni. Nella lapide lo scudo è sostituito da un rettangolo, senza alcuna punta. Significa che chi ha realizzato l'opera non sa cosa sia lo scudo sannitico e lo stesso si deve presumere per chi ha approvato o richiesto "l'opera". Il risultato peggiora, anche per il significato che rappresenta, se si guarda alla corona realizzata dall’autore della lapide, a nostro avviso pessimo (ci quereli almeno disveliamo l’autore!), contraria al valore araldico dello stemma di Sparanise.
Nello stemma originale di Sparanise la corona è turrita. Ovvero munita di torri e nel caso di Sparanise quando è stata adottata la nuova corona, dopo la concessione del titolo di città, in luogo di torri murarie si sono inseriti torri simboliche floreali, ben visibile e distanziante e conformi alle 5 indicate dalla normativa. Nell'esecuzione sulla lapide l'elemento turrito è scomparso, sostituito da una corona non turrita, di infimo valore araldico.
Senza trascurare un’altra questione. Quanto è costata la lapide comprensiva dell’aggiunta della errata esecuzione del glorioso stemma di Sparanise? Sul sito dell’ente non abbiamo trovato l’impegno di spesa, ci siamo sbagliati? Qualcuno ci vuole correggere? Possiamo sapere chi è l'autore della lapide o deve restare un mistero?
Nello stemma originale di Sparanise la corona è turrita. Ovvero munita di torri e nel caso di Sparanise quando è stata adottata la nuova corona, dopo la concessione del titolo di città, in luogo di torri murarie si sono inseriti torri simboliche floreali, ben visibile e distanziante e conformi alle 5 indicate dalla normativa. Nell'esecuzione sulla lapide l'elemento turrito è scomparso, sostituito da una corona non turrita, di infimo valore araldico.
Non è una cosa da poco, perché la corona sopra lo stemma è diventata turrita da quando il Comune di Sparanise ha ottenuto, per decreto del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi il 10 dicembre 2002, il titolo di Città. Una norma del dpcm 28/01/2011, non chi scrive, all’articolo 5, prescrive che “I Comuni insigniti del titolo di città utilizzano una corona turrita, formata da un cerchio d'oro aperto da otto pusterle (cinque visibili) con due cordonate a muro sui margini, sostenente otto torri (cinque visibili), riunite da cortine di muro, il tutto d'oro e murato di nero”. Inutile dire che un colonello in servizio attivo questi aspetti legati al valore simbolico degli elementi dello stemma araldico di un ente li conosce bene e dovrebbe farli valere.
Per questo chiediamo che la lapide sia nuovamente rimossa e il simbolo sia realizzato correttamente e che la corona dello stemma sia turrita come il rango di Città, proprio della nobile storia della Città di Sparanise, richiede.
Di tutto questo non si sarebbe proprio discusso se l’inaugurazione della lapide fosse avvenuta con la targa completa e, aggiungiamo noi, ben eseguita. Non è normale che si scopra una lapide a favore di telecamere con la banda musicale dell’esercito, il parroco ( da noi amato e stimato) accorso per benedire, per poi togliere la targa dopo un paio di settimane.
Allora davvero la cerimonia di “scopertura” serviva solo per scattare qualche foto, qualche video da postare sulla nuova pagina facebook, da dove poi accusare altri di usare il social per il consenso in luogo delle strade?
Una volta emersa la vicenda, è possibile poi che per realizzare il maldestro disegno dello stemma di Sparanise siano stati necessari circa 90 giorni per aggiungere uno “sgorbio” che si vuol far passare per lo stemma di Sparanise?
Di tutto questo non si sarebbe proprio discusso se l’inaugurazione della lapide fosse avvenuta con la targa completa e, aggiungiamo noi, ben eseguita. Non è normale che si scopra una lapide a favore di telecamere con la banda musicale dell’esercito, il parroco ( da noi amato e stimato) accorso per benedire, per poi togliere la targa dopo un paio di settimane.
Allora davvero la cerimonia di “scopertura” serviva solo per scattare qualche foto, qualche video da postare sulla nuova pagina facebook, da dove poi accusare altri di usare il social per il consenso in luogo delle strade?
Una volta emersa la vicenda, è possibile poi che per realizzare il maldestro disegno dello stemma di Sparanise siano stati necessari circa 90 giorni per aggiungere uno “sgorbio” che si vuol far passare per lo stemma di Sparanise?
Senza trascurare un’altra questione. Quanto è costata la lapide comprensiva dell’aggiunta della errata esecuzione del glorioso stemma di Sparanise? Sul sito dell’ente non abbiamo trovato l’impegno di spesa, ci siamo sbagliati? Qualcuno ci vuole correggere? Possiamo sapere chi è l'autore della lapide o deve restare un mistero?
Poiché siamo e restiamo “attenti” al bene di Sparanise che si tutela anche pretendendo che lo stemma, sacro e glorioso, di Sparanise sia riprodotto in maniera corretta ora abbiamo intenzione di andare fino in fondo.
Non solo chiedendo la nuova rimozione per eliminare l'errore della corona "non turrita" che significa ignorare il valore araldico legato al titolo di Città. Ricordiamo che il titolo di Città e quindi l'obbligo di riportare la corona turrita sopra lo stemma di Sparanise è stato concesso dal Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, in uno alla concessione della medaglia d'ora conferita per le vittime nazifasciste del 22 ottobre e per il centro di raccolta di prigionieri.
In mancanza di riposta faremo rituale accesso agli atti, consentito per legge ad ogni cittadino per conoscere gli atti amministrativi dell’ente.
Infine ci permettiamo, ci perdonino soprattutto quelli che non ci vogliono bene che se sono arrivati sino alla fine di questo articolo qualcosa pure avranno imparato ed è per noi una vittoria, di segnalare il libro , Il calice di San Vitaliano dove sono raccontate con particolari storici le vicende legate al simbolismo del nostro stemma araldico, il calice, le bisce, le stesse, lo scudo sannitico e ogni altro aspetto (basata cliccare qui).
di Salvatore Piccolo, riproduzione riservata, citare sempre l'autore