L'amministrazione comunale non fa marcia indietro. Arriva il primo incarico per querelare i cittadini critici.
05-12-2025 - Cronaca
di Salvatore Piccolo*
Avevamo già criticato, da queste pagine, la scelta dell'amministrazione comunale di Sparanise di approvare una delibera di giunta comunale, la numero 107/2025, con la quale “si dava atto che taluni post diffusi negli ultimi mesi su diverse piattaforme social [contenevono] affermazioni che, attraverso attacchi agli amministratori comunali nella loro veste di organi dell'ente, travalicando l'esercizio del diritto di critica politica, appaiono idonee a ledere l'immagine e il prestigio istituzionale del Comune di Sparanise e, pertanto, idonee ad offendere l'operato e le funzioni dell'intera struttura amministrativa dell'entelocale. Di autorizzare il responsabile del Servizio Amministrativo al conferimento di incarico legale ad un professionista di comprovata esperienza, anche non inserito nella short list comunale, ai sensi dell'art. 1 del Regolamento comunale per l'attribuzione di incarico legale, con il compito di valutare se i post indicati presentino effettivamente elementi idonei a configurare offesa al decoro e all'immagine dell'ente e, in caso positivo, di predisporre e promuovere le conseguenti azioni di tutela legale; Di precisare che la presente delibera ha come esclusiva finalità la tutela dell'immagine e del prestigio istituzionale del Comune di Sparanise. Di delegare il Sindaco pro tempore alla sottoscrizione delle eventuali querele che il difensore riterrà di sporgere a tutela dell'Ente”.
Ci riferiamo alla recente Determinazione dirigenziale N° 706/2025 del Comune di Sparanise, avente ad oggetto il "CONFERIMENTO INCARICO PER LA TUTELA LEGALE DELL'IMMAGINE E IL DECORO DELL'ENTE".
Questa Determinazione, che destina risorse pubbliche (un impegno di spesa di € 2.626,42) per un incarico legale teso a valutare la possibilità di proporre una querela eventualmente redigendola, solleva serie perplessità sulla legittimità e l'opportunità dell'uso del denaro dei cittadini per finalità che la Suprema Corte ha già chiarito non spettare all'Ente. Il riferimento è, ad esempio, alla Sentenza n. 4733/2025, con la quale la Cassazione ha recentemente annullato una condanna per diffamazione proprio perché la querela era stata presentata dal Comune come persona giuridica, e non dalla persona fisica del Sindaco o Assessore presunto offeso.
La recente sentenza non fa altro che ribadire (l'orientamento è granitico da tempo) un principio chiaro e inequivocabile: la tutela dell'onore e della reputazione spetta alla persona fisica che occupa la carica, non all'Ente comunale. La tutela dell'immagine e il conseguente danno all'immagine dell'ente ha altra natura. Ad esempio ledono l'immagine dell'ente, generando un danno risarcibile ed azionabile dalla Corte dei conti, i pubblici amministratori che commettono atti illeciti nell'esercizio o approfittando della funzione pubblica.
Se un sindaco o un assessore si sentono diffamati, possono agire in sede penale o civile individualmente, col proprio patrimonio, assumendosi la responsabilità e i costi della propria azione legale. Il Comune non è la persona offesa dal reato di diffamazione contro i suoi amministratori. Leggendo la Determina sopra citata e pubblicata sull'albo pretorio online si capisce anche la difficoltà del dirigente del Comune di Sparanise, che è il dr. Giorgio Magliocca già sindaco di Pignataro Maggiore e presidente della Provincia di Caserta. Infatti, nella parte motiva della Determina si legge:” RILEVATA l'opportunità e la necessità che l'Amministrazione si cauteli facendosi adeguatamente rappresentare in giudizio da parte dell'Avv. Giuseppe Stellato per il giudizio de quo tenuto conto della competenza e professionalità da parte del legale citato”, appare evidente che allo stato non esiste alcun giudizio nel quale rappresentare l'ente e per il quale l'ente si debba cautelare.
Queste aspetti sono palesi nonostante l'amministrazione abbia individuato un avvocato, Giuseppe Stellato, da noi stimato e conosciuto, che i principi di diritto ora indicati li conosce bene. Siamo certi che li metterà in chiaro. Trattandosi di atti pubblici, perché pagati da noi tutti cittadini di Sparanise, siamo curiosi di vedere quale atto produrrà in ordine agli aspetti della legittimazione attiva del Comune per presunte offese agli amministratori comunali.
L'oggetto della determinazione – "Tutela legale dell'immagine e il decoro dell'Ente" – è chiaro. L'incarico viene conferito per la tutela dell'"Ente", ma, in concreto, i contenziosi per diffamazione nascono da critiche rivolte alla persona fisica che riveste la carica politica. Confondere le due entità significa trasferire oneri privati sulla collettività.
L'impegno di spesa di oltre 2.600 Euro (CIG. B95F3D01A8) è un costo a carico dei cittadini per una battaglia legale che dovrebbe essere sostenuta dagli amministratori a titolo personale. Per altro, per la carica, i singoli amministratori percepiscono laute indennità di funzione.
Non va poi trascurato che queste “iniziative” giudiziarie rischiano di costituire una deterrenza impropria nei confronti del legittimo diritto di critica dei cittadini, specialmente sui social network. Si utilizza la forza economica dell'Ente (e quindi del cittadino stesso) per patrocinare azioni legali, creando un clima di tensione con i cittadini autori delle critiche con fini di chiara deterrenza. Un fenomeno noto con un acronimo inglese SLAPP che sta per Strategic Lawsuits Against Public Participation). Le SLAPP sono cause legali, spesso per diffamazione, avviate da soggetti potenti (aziende, politici, ecc.) contro giornalisti, attivisti, ONG o semplici cittadini che esprimono critiche su questioni di interesse pubblico. L'obiettivo non è solitamente vincere la causa, ma creare un "effetto deterrente" (o "bavaglio") per scoraggiare ulteriori commenti o inchieste.
Inutile dire che esistono organi di controllo (giudiziari e amministrativi) che dovranno essere investiti della legittimità di una simile condotta essendo il diritto di critica garantito dalla nostra Costituzione.
La delibera si presentava a diverse critiche. Non ultima quella di affermare che per valutare la possibilità di proporre una querela gli avvocati iscritti alla short list non avessero le "comprovate esperienze" per cui si decideva di scegliere un legale non solo esterno all'ente, ma non iscritto alla short list.
Inoltre è il caso di ribadire che una querela può essere proposta direttamente alla polizia giudiziaria (a Sparanise esiste la Stazione dei carabinieri) oltre che presso il Comando dei Vigili Urbani, senza che sia dovuto un solo centesimo all'ufficiale di PG, obbligato a raccogliere la querela e trasmetterla, dopo una prima informativa, alla Procura della Repubblica. Sarà poi la Procura a valutare la fondatezza della querela.
Nelle recenti prese di posizioni ufficiali del sindaco di Sparanise durante le manifestazioni di bastaimpianti ci sembrava, ma questa è una nostra personale opinione, che il colonello (il sindaco nella vita è un colonello dell'esercito in servizio attivo) avesse compreso la problematica evintando di proseguire oltre. Il movimento bastaimpianti era fermo nel chiedere, anche via social, il ritiro della delibera definita, da numerosi giornalisti e commentatori oltre che dallo stesso movimento, “bavaglio”. Putroppo ci siamo sbagliati. proprio ieri l'amministrazione comunale, senza indicare quale sia il post, lo scritto, la frase, ritenuta offensiva, ha deciso di azionare la delibera.
Ci riferiamo alla recente Determinazione dirigenziale N° 706/2025 del Comune di Sparanise, avente ad oggetto il "CONFERIMENTO INCARICO PER LA TUTELA LEGALE DELL'IMMAGINE E IL DECORO DELL'ENTE".
Questa Determinazione, che destina risorse pubbliche (un impegno di spesa di € 2.626,42) per un incarico legale teso a valutare la possibilità di proporre una querela eventualmente redigendola, solleva serie perplessità sulla legittimità e l'opportunità dell'uso del denaro dei cittadini per finalità che la Suprema Corte ha già chiarito non spettare all'Ente. Il riferimento è, ad esempio, alla Sentenza n. 4733/2025, con la quale la Cassazione ha recentemente annullato una condanna per diffamazione proprio perché la querela era stata presentata dal Comune come persona giuridica, e non dalla persona fisica del Sindaco o Assessore presunto offeso.
La recente sentenza non fa altro che ribadire (l'orientamento è granitico da tempo) un principio chiaro e inequivocabile: la tutela dell'onore e della reputazione spetta alla persona fisica che occupa la carica, non all'Ente comunale. La tutela dell'immagine e il conseguente danno all'immagine dell'ente ha altra natura. Ad esempio ledono l'immagine dell'ente, generando un danno risarcibile ed azionabile dalla Corte dei conti, i pubblici amministratori che commettono atti illeciti nell'esercizio o approfittando della funzione pubblica.
Se un sindaco o un assessore si sentono diffamati, possono agire in sede penale o civile individualmente, col proprio patrimonio, assumendosi la responsabilità e i costi della propria azione legale. Il Comune non è la persona offesa dal reato di diffamazione contro i suoi amministratori. Leggendo la Determina sopra citata e pubblicata sull'albo pretorio online si capisce anche la difficoltà del dirigente del Comune di Sparanise, che è il dr. Giorgio Magliocca già sindaco di Pignataro Maggiore e presidente della Provincia di Caserta. Infatti, nella parte motiva della Determina si legge:” RILEVATA l'opportunità e la necessità che l'Amministrazione si cauteli facendosi adeguatamente rappresentare in giudizio da parte dell'Avv. Giuseppe Stellato per il giudizio de quo tenuto conto della competenza e professionalità da parte del legale citato”, appare evidente che allo stato non esiste alcun giudizio nel quale rappresentare l'ente e per il quale l'ente si debba cautelare.
Queste aspetti sono palesi nonostante l'amministrazione abbia individuato un avvocato, Giuseppe Stellato, da noi stimato e conosciuto, che i principi di diritto ora indicati li conosce bene. Siamo certi che li metterà in chiaro. Trattandosi di atti pubblici, perché pagati da noi tutti cittadini di Sparanise, siamo curiosi di vedere quale atto produrrà in ordine agli aspetti della legittimazione attiva del Comune per presunte offese agli amministratori comunali.
L'oggetto della determinazione – "Tutela legale dell'immagine e il decoro dell'Ente" – è chiaro. L'incarico viene conferito per la tutela dell'"Ente", ma, in concreto, i contenziosi per diffamazione nascono da critiche rivolte alla persona fisica che riveste la carica politica. Confondere le due entità significa trasferire oneri privati sulla collettività.
L'impegno di spesa di oltre 2.600 Euro (CIG. B95F3D01A8) è un costo a carico dei cittadini per una battaglia legale che dovrebbe essere sostenuta dagli amministratori a titolo personale. Per altro, per la carica, i singoli amministratori percepiscono laute indennità di funzione.
Non va poi trascurato che queste “iniziative” giudiziarie rischiano di costituire una deterrenza impropria nei confronti del legittimo diritto di critica dei cittadini, specialmente sui social network. Si utilizza la forza economica dell'Ente (e quindi del cittadino stesso) per patrocinare azioni legali, creando un clima di tensione con i cittadini autori delle critiche con fini di chiara deterrenza. Un fenomeno noto con un acronimo inglese SLAPP che sta per Strategic Lawsuits Against Public Participation). Le SLAPP sono cause legali, spesso per diffamazione, avviate da soggetti potenti (aziende, politici, ecc.) contro giornalisti, attivisti, ONG o semplici cittadini che esprimono critiche su questioni di interesse pubblico. L'obiettivo non è solitamente vincere la causa, ma creare un "effetto deterrente" (o "bavaglio") per scoraggiare ulteriori commenti o inchieste.
Inutile dire che esistono organi di controllo (giudiziari e amministrativi) che dovranno essere investiti della legittimità di una simile condotta essendo il diritto di critica garantito dalla nostra Costituzione.
*avvocato cassazionista
























