Lo scudo crociato va in soffitta?
01-06-2010 - Cronaca
Un recente dibatitto politico all´interno dell´UDC ha portato al centro dell´attenzione la proposta di cambiare il nome al partito di Casini, che potrebbe chiamarsi "Partito della Nazione", e con esso cambiare lo storico simbolo dello scudo crociato. Occorre premettere che l´UDC arrivò a poter utilizzare il simbolo democristiano dopo anni di travaglio politico e dopo una fusione con il CDU di Buttiglione che era il legittimo detentore del simbolo dopo la frattura con il Partito Popolare di quella che era la sinistra D.C.. Bisogna anche dire che il simbolo dello scudo crociato, bianco con croce rossa, è un simbolo molto antico e di grande valenza simbolica e già nel medio evo risultava in uso alla città di Milano durante le guerre con l´imperatore Federico Barbarossa. Anzi proprio sotto il simbolo dello scudo crociato, di democristiana memoria, Alberto da Giussano unificò la lega lombarda per combattere Federico I di Svevia. Quando la lega lombarda dei giorni nostri, quella di Bossi per capirci, utilizzò nel simbolo l´icona di Alberto da Giussano con la spada alzata al cielo e lo scudo dovette cancellare dallo scudo le insegne milanesi perché diversamente avrebbe ripreso i colori democristiani. Fece anche un certo effetto vedere la squadra di calcio dell´Inter utilizzare la divisa crociata bianca con la croce rossa quando la squadra meneghina adottò i vecchi colori di Milano. Sembrava davvero una divisa democratico cristiana. Tornando alla politica, per anni, autorevoli commentatori si sono interrogati circa l´effetto elettorale che l´utilizzo di un simbolo possa riscuotere semplicemente per il suo utilizzo a prescindere dalle persone candidate. Qualcuno arrivò a teorizzare, qualche anno fa, che il solo simbolo dello scudo crociato valeva circa due punti percentuali pari ad almeno un milione di voti. Sulla base di queste previsioni tante sono state le azioni giudiziarie per l´utilizzo del simbolo e diversi partitini hanno utilizzato il simbolo della democrazia cristiana riuscendo anche ad ottenere qualche posizione politica di rilievo. Oggi, di colpo, un partito nazionale sufficientemente affermato come quello di Pierferdinando Casini, propone l´eliminazione del simbolo scudocrociato. Casini ha spiegato che occorre ringiovanire la classe dirigente del partito, affidandola agli quarantenni e che quindi bisogna ripiegare in soffitta i vecchi simboli non più capaci di attrarre l´elettorato giovanile.
Bisogna anche chiarire che a livello locale l´utilizzo del simbolo dello scudo crociato sovente è stato abusato ed alle ultime elezioni provinciali ad esempio sotto lo scudo crociato si è data ospitalità a tanti oscuri personaggi che nulla hanno a che fare con la tradizione democratico cristiana avendola per anni avversata, spesso anche in maniera dispregiativa. In questa occasione l´elettorato ha dimostrato di comprendere le operazioni politiche spregiudicate poste in essere non premiandole.
Noi siamo democristiani convinti anche se apparteniamo all´ultima generazione politica di quella tradizione. Una generazione che aveva aderito in giovanissima età ad un partito che era in quegli anni sotto attacco mediatico e che esplose sotto la scure di inchieste giudiziarie, spesso rivelatesi infondate, ma soprattutto perché non seppe rinnovare per tempo la classe dirigente affidandosi nel momento di maggiore difficoltà al comando di uomini di rincalzo, essendo i leader più rappresentativi fuori uso, che non vollero o non seppero salvare un partito che pure rappresentava oltre un terzo dell´elettorato. In Germania negli stessi anni venne tentata la stessa operazione accusando il grande Elmut Kohl, leader della democrazia cristiana tedesca, di corruzione, ma la sola forza ed il carisma di Kohl protagonista dell´unificazione della Germania senza eventi bellici, dell´Europa Unita e dell´Euro, bloccarono la manovra ed oggi la C.D.U. è ancora il partito di maggioranza relativa ed oggi esprime il capo del governo Angela Merkel, avendo sconfitto i socialdemocratici alle ultime elezioni. In Italia le cose andarono diversamente e noi siamo stati una generazione coraggiosa che dovette difendere per prima cosa la propria storia politica, pur non avendovi partecipato per motivi anagrafici, e poi organizzare su basi nuove e diverse la ricerca del consenso.
Questa generazione cresciuta nella difficoltà oggettiva del rinnovamento senza rinnegare la propria tradizione, subisce certamente il fascino di un simbolo, quello dello scudo crociato, che rappresenta una tradizione politica uscita vittoriosa dalle vicende storiche del secolo scorso. Si deve considerare che le altre scuole politiche contaminate dalle dittature hanno dovuto ammainare i propri vessilli non per vicende interne, ma perché giudicate sbagliate dalla storia.
Un nuovo simbolo ed un nuovo nome potrebbe anche aggregare maggiori consensi elettorali, ma noi restiamo convinti che la politica non possa essere rappresentata da indicazioni direzionali. Sinistra, destra e centro sono esclusivamente delle indicazioni di direzione come quelle che si usano nella circolazione stradale e di frequente nel gergo della politica di oggi si sentono espressione che potrebbe utilizzare un qualsiasi automobilista. Si pensi ad esempio alle volte in cui si sente dire :"svolta a destra" come se si sia in attesa di girare un veicolo ad un incrocio.
Crediamo che la politica debba ritornare a riempirsi di contenuti, di idee e per la nostra parte politica dobbiamo guardare a ricostruire nuovamente l´intesa con il mondo cattolico e le sue gerarchie. Dal cattolicesimo democratico bisogna trarre le idee ed i programmi per governare tanto l´Italia quanto gli enti locali. L´elaborazione del pensiero cattolico per via di tanti pensatori, filosofi, ed intellettuali deve tradursi necessariamente ed anche ai giorni nostri in una azione politica, certamente con i netti profili di laicità che immaginò ed attuò De Gasperi nel secondo dopoguerra.
Riempito di contenuti politici di matrice spiccatamente cattolica un nuovo partito può subentrare ad uno vecchio che faceva del simbolo scudocrociato la propria forza, purchè comprenda che in mancanza della necessaria tensione ideale è destinato a fallire anche in tempi brevi.
Bisogna anche chiarire che a livello locale l´utilizzo del simbolo dello scudo crociato sovente è stato abusato ed alle ultime elezioni provinciali ad esempio sotto lo scudo crociato si è data ospitalità a tanti oscuri personaggi che nulla hanno a che fare con la tradizione democratico cristiana avendola per anni avversata, spesso anche in maniera dispregiativa. In questa occasione l´elettorato ha dimostrato di comprendere le operazioni politiche spregiudicate poste in essere non premiandole.
Noi siamo democristiani convinti anche se apparteniamo all´ultima generazione politica di quella tradizione. Una generazione che aveva aderito in giovanissima età ad un partito che era in quegli anni sotto attacco mediatico e che esplose sotto la scure di inchieste giudiziarie, spesso rivelatesi infondate, ma soprattutto perché non seppe rinnovare per tempo la classe dirigente affidandosi nel momento di maggiore difficoltà al comando di uomini di rincalzo, essendo i leader più rappresentativi fuori uso, che non vollero o non seppero salvare un partito che pure rappresentava oltre un terzo dell´elettorato. In Germania negli stessi anni venne tentata la stessa operazione accusando il grande Elmut Kohl, leader della democrazia cristiana tedesca, di corruzione, ma la sola forza ed il carisma di Kohl protagonista dell´unificazione della Germania senza eventi bellici, dell´Europa Unita e dell´Euro, bloccarono la manovra ed oggi la C.D.U. è ancora il partito di maggioranza relativa ed oggi esprime il capo del governo Angela Merkel, avendo sconfitto i socialdemocratici alle ultime elezioni. In Italia le cose andarono diversamente e noi siamo stati una generazione coraggiosa che dovette difendere per prima cosa la propria storia politica, pur non avendovi partecipato per motivi anagrafici, e poi organizzare su basi nuove e diverse la ricerca del consenso.
Questa generazione cresciuta nella difficoltà oggettiva del rinnovamento senza rinnegare la propria tradizione, subisce certamente il fascino di un simbolo, quello dello scudo crociato, che rappresenta una tradizione politica uscita vittoriosa dalle vicende storiche del secolo scorso. Si deve considerare che le altre scuole politiche contaminate dalle dittature hanno dovuto ammainare i propri vessilli non per vicende interne, ma perché giudicate sbagliate dalla storia.
Un nuovo simbolo ed un nuovo nome potrebbe anche aggregare maggiori consensi elettorali, ma noi restiamo convinti che la politica non possa essere rappresentata da indicazioni direzionali. Sinistra, destra e centro sono esclusivamente delle indicazioni di direzione come quelle che si usano nella circolazione stradale e di frequente nel gergo della politica di oggi si sentono espressione che potrebbe utilizzare un qualsiasi automobilista. Si pensi ad esempio alle volte in cui si sente dire :"svolta a destra" come se si sia in attesa di girare un veicolo ad un incrocio.
Crediamo che la politica debba ritornare a riempirsi di contenuti, di idee e per la nostra parte politica dobbiamo guardare a ricostruire nuovamente l´intesa con il mondo cattolico e le sue gerarchie. Dal cattolicesimo democratico bisogna trarre le idee ed i programmi per governare tanto l´Italia quanto gli enti locali. L´elaborazione del pensiero cattolico per via di tanti pensatori, filosofi, ed intellettuali deve tradursi necessariamente ed anche ai giorni nostri in una azione politica, certamente con i netti profili di laicità che immaginò ed attuò De Gasperi nel secondo dopoguerra.
Riempito di contenuti politici di matrice spiccatamente cattolica un nuovo partito può subentrare ad uno vecchio che faceva del simbolo scudocrociato la propria forza, purchè comprenda che in mancanza della necessaria tensione ideale è destinato a fallire anche in tempi brevi.