02 Giugno 2025
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Arriva il 4° scudetto. Campania in festa.

26-05-2025 22:03 - Cronaca
È successo ancora. In tre anni arriva il secondo scudetto, il quarto della storia del Napoli. I primi due sono arrivati con Diego Maradona, il più forte giocatore del mondo, il Dio del calcio. Quando arrivò a Napoli, alla conferenza stampa di presentazione, un giornalista domandava al presidente dell’epoca, Corrado Ferlaino, se la camorra avesse finanziato l’onerosa operazione che non appariva alla portata di una società come quella del Napoli. La città e il territorio campano negli anni 80 erano scenario di una guerra di camorra con migliaia di vittime, da una parte Raffaele Cutolo che prometteva lavoro agli affiliati e li reclutava tra i derelitti, dall’altra un cartello di delinquenti, violenti e affamati, tra questi Bardellino, Giuliano, Alfieri. Maradona era in odore di santità solo quando aveva il pallone tra i piedi, per il resto, vittima della tossicodipendenza che lo ha ucciso prematuramente, si faceva fotografare con i camorristi napoletani. Quando il Napoli perse lo scudetto, dopo aver vinto il primo, e lo perse nonostante avesse un vantaggio notevole, in molti parlarono della camorra che aveva “puntato” contro il Napoli per una questione di scommesse clandestine e di affari criminali.

Adesso le cose sono cambiate. Napoli è tornata ad essere una città europea così come lo era alla fine del 700, ai tempi di Carlo III. I turisti di tutti il mondo ne ammirano le bellezze naturali, artistiche e culturali. La camorra esiste ancora, ma è relegata sulla linea difensiva, può essere sconfitta per sempre. Sono decenni che non si verificano fatti di sangue per mano della camorra nel casertano e pure nel napoletano le ultime roccaforti sono state sgominate, in parte bonificate. La società civile si sta riprendendo, un poco alla volta, il ruolo guida che le competete stando lontana dalla criminalità organizzata. Da qualche anno le cronache giudiziarie raccontano di infiltrazioni della criminalità nelle curve degli stadi, ma sono le curve delle squadre del settentrione, è la ‘ndrangheta che dopo aver desertificato la Calabria si è trasferita in pianta stabile nel milanese e domina le curve. Le indagini non hanno risparmiato neppure la curva della Juventus. A Napoli niente, non perché gli investigatori locali siano accondiscendenti, ma perché la società ha fatto piazza pulita rispetto al tifo organizzato soprattutto se puzza di camorra. Una società pulita che ha bilanci attivi ed è amministrata con criteri economici vincenti. Se i primi scudetti, quelli di Maradona, erano visti come la possibilità del riscatto del mezzogiorno, questi ultimi due sono la certificazione di un territorio che sta tentando di uscire, e sembra potercela fare, dal Mezzogiorno per agganciarsi a dinamiche economiche della zona centrale d’Italia. Negli anni 60 il miracolo economico toccò solo marginalmente Napoli e la Campania e forse le scelte operate furono, in buona fede, errate. Una industrializzazione imposta dallo Stato con incentivi e finanziamenti ad un territorio che aveva altre vocazioni. Poi gli anni 80 e la ripresa figlia di nuove dinamiche economiche, ma in Campania la camorra, nel pieno della violenza criminale, ha impedito lo sviluppo. Da qualche decennio le cose sono cambiate, dove prima esistevano acciaierie ora esce fuori il mare, le zone industriali stanno cambiando volto: in luogo di fabbriche con migliaia di aziende, esistono aziende che puntano alla produzione di eccellenza, sfruttando il brand del territorio. La stagione della industrializzazione di massa ha lasciato il campo all’azienda del turismo, mentre si afferma il settore enogastronomico sviluppato in forma di impresa. Quando oggi per il lungomare Caracciolo ha sfilato il pullman scoperto con la squadra, in una giornata di sole ideale, la cartolina trasmessa in tutto il mondo è stata di un fascino unico, con centinaia di migliaia di tifosi a festeggiare senza il minimo incidente. Una compostezza già espressa il giorno della festa e ribadita, per i tanti pronti a descrivere scenari diversi, anche il giorno della sfilata, quella passeggiata panoramica che qui non si poteva fare, così dicevano in tanti per motivi di ordine pubblico, e non è stata fatta con Maradona o per la festa dello scudetto del 2023, quello che mancava da 33 anni.

Il tifo per il Napoli, che arriva al cento per cento delle persone colte e intellettualmente avanzate che vivono tra Napoli e Caserta, è amore per il territorio e per la propria gente, ma oggi rappresenta in maniera plastica l’immagine di una società diversa, adesso vincente per meriti legati al lavoro, alle competenze e al sacrificio. Per questo che bisogna più che mai affermare, ora come allora: Forza Napoli sempre!

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